Il Progetto CCM
Lavoro agricolo e forestale. Sperimentazione di pratiche di prevenzione e di strumenti di controllo per il contenimento dei rischi infortunistici e dei rischi per la salute nel quadro del PNP Agricoltura e Silvicoltura.
REGIONI COINVOLTE: Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Lazio, Marche, Sicilia
DURATA PROGETTO: 24 mesi
Introduzione al progetto
Il convegno sui risultati conclusivi del progetto e le prospettive future
Descrizione del progetto
1.1. DESCRIZIONE ED ANALISI DEL PROBLEMA
L’agricoltura italiana è
realtà molto composita, con strutture produttive molto differenziate sia per la
struttura del territorio, sia per le dimensioni e la tipologia delle aziende.
Molte realtà sono costituite da microimprese o da piccoli appezzamenti gestiti
a livello “hobbistico” anche se nel 2016 è stata registrata una riduzione del
numero di aziende pari al 29,5% (Dati ISTAT) che indica la tendenza della
riduzione del numero con parallela crescita della superficie media. Il settore
agricolo, inoltre, è da sempre oggetto di grande attenzione sociale e di sostegno politico-economico (Ministero
politiche agricole, forestali e alimentari, Politiche Comunitarie -PAC-),
anche per la sua funzione di difesa del territorio.
Dal punto di vista della
sicurezza e salute sul luogo di lavoro, l’agricoltura, fortemente meccanizzata,
anche se con un parco macchine in buona parte vetusto, è un settore produttivo
ad alto rischio infortunistico e con presenza di rischi importanti per la
salute. In rapporto ad altri settori produttivi si osserva un fenomeno
quantitativamente rilevante di denuncia di malattie professionali (nel 2018
presenti 11.499 denunce pari a circa il 19% del totale). Questi dati indicano
che è necessario intervenire con specifiche politiche di prevenzione che
coinvolgano tutti i soggetti interessati (lavoratori, datori di lavoro, medici
di famiglia e del lavoro, sindacati, consulenti del lavoro, patronati),
affinché siano consapevolmente impegnati per prevenire un rischio spesso
sottovalutato.
1.2. La meccanizzazione agricola e il
controllo del mercato delle macchine agricole
Come detto in precedenza,
il parco macchine è molto numeroso ma in buona parte vetusto, ad esempio i
trattori immatricolati prima del 1974 si stima ammontino ad almeno 300.000
esemplari. Conseguentemente particolare attenzione deve essere posta al rispetto
dei pertinenti requisiti di sicurezza prevedendo un eventuale processo di
adeguamento delle macchine e dei trattori ovvero una costante attività di
controllo finalizzata a garantire nel tempo la permanenza dei suddetti
requisiti di sicurezza. Allo scopo l’obbligo di revisione sarà determinante, in
quanto si prevede che porterà a regime ad un’importante riduzione degli
infortuni mortali, come già verificato in altri Paesi. Inoltre dovranno essere
previsti specifici interventi formativi per gli addetti, affinché l’obbligo
della presenza di strumenti di protezione, non venga vanificato dal loro
mancato uso. Quanto sopra è stato inoltre evidenziato anche dalle attività di
controllo del mercato effettuate in alcune regioni negli ultimi anni, che hanno
mostrato con chiarezza quanto grave nel settore sia il problema del mancato
rispetto dei Requisiti Essenziali di Sicurezza (RES). Tale attività ha
contribuito anche a responsabilizzare i venditori rispetto ai loro obblighi in
materia di sicurezza delle macchine messe in vendita, nonché sui loro obblighi
nella permuta delle macchine usate appetite da piccoli imprenditori agricoli o
hobbisti.
1.3. Rischio infortunistico
Il settore in termini di
incidenza al 2017 continua a figurare al primo posto sia come infortuni totali
(32,10 per mille addetti), sia come infortuni gravi e mortali (rispettivamente
12,77 e 0,086 per mille), superando ampiamente il settore delle costruzioni,
anche se a differenza di altri settori, grazie anche agli interventi
sistematici messi in atto con il Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura
e Selvicoltura (PNPAS), si assiste a una importante riduzione degli infortuni
(agricoltura -14.1%, Industria e servizi -1.4%, dati per denunce totali di
infortunio, confronto anni 2014 e 2018 – dati INAIL). Ai dati ufficiali
occorrerebbe, però, aggiungere quelli che non emergono nelle statistiche
convenzionali INAIL. L’ambiente agricolo, infatti, è anche ambiente di vita e
ogni anno un numero non trascurabile di eventi gravi e mortali, determinati da
macchine e/o impianti, coinvolgono lavoratori amatoriali e familiari. I dati
dell’osservatorio infortuni mortali e gravi sviluppato e gestito da INAIL e dal
gruppo di lavoro del Coordinamento delle Regioni nel contesto del PNPAS,
segnalano oltre un centinaio di morti all’anno causati dal solo trattore. Per
tale motivo, ai fini di una corretta interpretazione del fenomeno
infortunistico, occorrerebbe disporre di denominatori certi e facilmente
aggiornabili.
1.4. Rischi per la salute: il rischio
biomeccanico
Nel 2017, in Agricoltura,
il 74,4% (8.400 casi) delle malattie professionali denunciate sono state a
carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, aumentate del
23,2% negli ultimi 5 anni.
Le attività lavorative
comportano numerose e diverse mansioni che implicano movimentazione manuale dei
carichi, movimenti ripetuti, posture incongrue, utilizzo di attrezzature
vibranti e possono causare negli agricoltori soprattutto “dorsopatie” (4.027
nel 2017, +19,2%) e “tendiniti” (3.642, +44,6%). Tra le malattie del sistema
nervoso, spiccano anche le “sindromi da tunnel carpale” (1.480 nel 2017, in
linea con il 2013, 1.402). (da Dati INAIL, marzo 2019, n.3). Questo quadro
espositivo indica che occorre un’azione di prevenzione sul campo, che parta da
elementi documentali (tra cui i dati statistici Inail) e arrivi a misure di
prevenzione e protezione specifiche per il sito. Il primo problema che deve
essere affrontato è quello della carenza nelle valutazioni del rischio (vdr)
della valutazione del sovraccarico biomeccanico e questo può essere facilitato
rendendo disponibili e facilmente fruibili gli strumenti per una corretta
valutazione. Inoltre è necessario individuare e socializzare le corrette prassi
e le migliori soluzioni ergonomiche per la prevenzione di questo rischio
presenti sul territorio nazionale. Infine, occorre progettare interventi che da
un lato facilitino l’emersione delle patologie muscoloscheletriche “perse” (per
quanto accresciuto, è presumibile che il dato delle patologie
muscoloscheletriche in agricoltura sia ancora significativamente sottostimato)
e dall’altro sensibilizzino alla loro prevenzione.
1.5. Rischi per la salute: il rischio chimico
I dati INAIL sulle
patologie legate al contatto con agenti chimici sono molto limitati: per i dati
disponibili al 2018, solo 23 agenti causali delle malattie professionali
denunciate sono direttamente riconducibili ad agenti chimici, escludendo le
polveri. L’esposizione ad agenti chimici nel settore agricolo può essere
ricondotto a diversi fonti di rischio: uso di prodotti fitosanitari (PF), uso
di prodotti biocidi (PB), uso di fertilizzanti. Gli scenari di esposizione che
ne derivano sono complessi, sia dal punto di vista del numero delle sostanze
chimiche utilizzate, sia dal punto di vista della eterogeneità delle mansioni e
l’esposizione ad agenti chimici pericolosi che ne deriva risulta fortemente
diversificata anche per le dosi e per le vie di esposizione (inalazione o
contatto cutaneo). Le attività lavorative, inoltre, implicano generalmente la
presenza di miscele con possibile esposizione multipla (inclusa quella ai
Fertilizzanti) che può comportare un aumento del rischio. Tutti questi aspetti,
compresa l’ipotesi di una fascia di “sommerso”, sia per l’uso dei PF, sia per
il numero di lavoratori realmente coinvolti (specialmente per quelli con
impiego a carattere stagionale), rendono conto solo parzialmente della entità
dell’esposizione, che registra differenze sostanziali anche per ambiti
territoriali e per specificità colturali. Questi presupposti e la mancanza di
dati estesi sulla reale esposizione fanno supporre che le patologie
professionali legate agli agenti chimici in agricoltura siano sottostimate.
Anche in questo ambito, pertanto, occorre un’azione di prevenzione sul campo,
che parta da elementi documentali (tra cui i registri di trattamento dei PF, i
DVR per il censimento degli agenti chimici utilizzati in azienda e le attività
lavorative connesse (incluso lo smaltimento dei rifiuti) e miri soprattutto a
una maggiore sensibilizzazione dei medici
di medicina generale sulle patologie
derivanti dalla presenza di agenti chimici in agricoltura, come dermatiti,
patologie respiratorie o neurologiche o altre patologie che riguardano
specifici organi bersaglio.
1.6. Rischi per la salute: il rischio fisico
Le malattie da rumore e
da vibrazioni incidono per circa il 20% sul totale delle patologie denunciate e
indennizzate in Italia; costituiscono quindi la seconda causa di malattia
professionale dopo le malattie muscolo scheletriche. Secondo i dati relativi al
2016 trasmessi all’INAIL ai sensi dell’art. 40 del D.Lgs. 81/2008, riguardanti
gli agenti fisici definiti dall’art. 180, 2.299.000 lavoratori sono soggetti
alla sorveglianza sanitaria da rumore e 1.776.000 sono i lavoratori soggetti
alla sorveglianza sanitaria da vibrazioni. Ogni anno sono circa 2 mila le
ipoacusie da rumore professionali protocollate e riconosciute dall’INAIL; in
particolare, per il 2017 se ne contano 1.783, a fronte di 4.563 ipoacusie
denunciate (di cui 739 in agricoltura). Per le ipoacusie da rumore si assiste
ad un calo progressivo; si è infatti passati da oltre 3 mila casi accertati
positivi del 2010 a meno di 2 mila nel 2017.
Per settore di attività correlato
all’insorgenza della malattia, prime in graduatoria per numerosità di
riconoscimenti sono le costruzioni, seguite dall’industria metalmeccanica e
dalle coltivazioni agricole. Ogni anno sono invece circa 2 mila le malattie
professionali da vibrazioni protocollate e riconosciute dall’INAIL. Circa i tre
quarti delle patologie sono determinate da vibrazioni trasmesse al corpo
intero, con un’incidenza crescente nel corso dell’ultimo quinquennio. Nel
comparto agricolo e forestale si è assistito a una riduzione dei livelli di
rumorosità delle macchine ma non una diminuzione dell’esposizione a vibrazioni,
soprattutto al corpo intero. Per quanto riguarda l’esposizione a radiazione UV
solare, nel comparto agricolo e forestale vi è una chiara sottostima delle
patologie a essa correlate: su 144.245 lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria
da radiazioni UV naturali, secondo i dati relativi al 2016 trasmessi all’INAIL
dai Medici Competenti, nel 2017 sono state denunciate complessivamente solo 101
malattie dell’occhio (di cui 12 in agricoltura) e solo 106 melanomi e altri
tumori maligni della pelle (di cui 52 in agricoltura). Occorre, quindi,
progettare interventi che assicurino l’emersione delle patologie da UV “perse”.
Più in generale si rende necessario disporre di strumenti per una corretta
valutazione del rischio fisico, che siano anche facilmente fruibili, attraverso
la creazione di banche dati di esposizione e strumenti operativi (procedure
semplificate e calcolatori) ad hoc.
1.7. SOLUZIONI E INTERVENTI PROPOSTI SULLA
BASE DELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE
L’elevata pericolosità,
la diffusione ubiquitaria con presenza di elementi comuni pur nelle
fondamentali differenze, la presenza di politiche nazionali e comunitarie
coerenti sono i motivi che hanno giustificato la progressiva definizione e
messa in atto di un piano sistematico di intervento, in grado di coniugare
indicazioni nazionali su fattori di rischio ubiquitari, con la necessità di
tener conto delle specificità regionali e locali.
Tale attenzione, che ha
portato alla nascita di un Gruppo di Lavoro Interregionale è diventata Piano Nazionale
di Prevenzione a partire dal 2009, con il primo piano 2009-2012 e
successivamente con il Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e
Selvicoltura (PNPAS) 2014-2018, prolungato al 2019 che continuerà con il PNPAS
2020-2025; del resto la bozza del piano 2020-2025, tuttora in elaborazione,
richiama la necessità di rafforzare e strutturare sempre più capillarmente a
livello regionale e locale, i piani di prevenzione tematici, tra cui il Piano
Nazionale Agricoltura (PAN).
Il presente progetto, a
partire da queste premesse e dai principali risultati di questi anni, prevede
di:
• Sperimentare, con la metodologia del piano mirato, l’applicazione sistematica
di percorsi e strumenti di controllo delineati nel Piano
esistente e destinati a passare pienamente a regime nel prossimo PNPAS
2020-2025.
• Accompagnare e sostenere tale percorso con la produzione
di soluzioni tecniche laddove necessarie, di documenti di indirizzo rivolti a
tutti i soggetti della prevenzione, di strumenti tecnici a supporto di semplificazione
della valutazione dei rischi, ivi compresi i rischi specifici, a completamento
di quanto avviato negli scorsi anni per la semplificazione della valutazione
dei rischi nel lavoro stagionale di raccolta.
• Standardizzare strumenti di analisi degli andamenti
infortunistici e delle patologie professionali e delle attività di prevenzione
presenti nei flussi informativi, finalizzata alla individuazione delle priorità
nella programmazione regionale e locale e al monitoraggio dei risultati.
• Sviluppare una formazione mirata relativa ai rischi e
alle patologie da lavoro presenti in agricoltura rivolta agli operatori delle
ASL, ai consulenti aziendali (RSPP e medici competenti) e ai medici di medicina
generale (per il loro ruolo chiave come primi interlocutori nel riconoscimento
della possibile origine professionale delle malattie manifestate dagli
assistiti).
I temi che si
affronteranno, destinati ad andare a regime nel prossimo piano nazionale,
riguardano in concreto:
• La prevenzione del rischio da macchine agricole, con uno
specifico sviluppo del controllo del commercio delle macchine nuove e usate e
la definizione di soluzioni tecniche per le principali criticità individuate;
• La prevenzione degli infortuni da lavori forestali e da
manutenzione del verde mediante la sperimentazione sistematica di strumenti di
controllo, già esistenti, applicabili in modo omogeneo in tutto il territorio
nazionale e la produzione di documenti di indirizzo.
• L’applicazione di strumenti contestualizzati di analisi
degli andamenti infortunistici, delle patologie da lavoro e delle attività di
prevenzione presenti nei flussi informativi e in altre fonti di dati correnti,
anche in vista di una piena realizzazione del SINP, finalizzata alla
individuazione delle priorità e al monitoraggio dei risultati.
• Il contenimento dell’esposizione a fattori di rischio per
infortuni e patologie professionali mediante la produzione, diffusione e
applicazione, secondo la metodologia del piano mirato, di strumenti di supporto
alla facilitazione della valutazione dei rischi e della sorveglianza sanitaria
e attraverso una attività di formazione mirata, e conseguente attività di
controllo;
Sarà applicata la
metodologia dei piani mirati per sviluppare interventi innovativi con un
approccio proattivo nei confronti delle aziende destinato a divenire omogeneo e
organico su tutto il territorio nazionale, come del resto già efficacemente
praticato in questi anni.
1.8. FATTIBILITÀ /CRITICITÀ DELLE SOLUZIONI E
DEGLI INTERVENTI PROPOSTI
Per quanto riguarda le
attività di controllo e prevenzione degli eventi infortunistici alcuni
strumenti, già predisposti e/o in avanzato stadio di definizione (manutenzione
del verde) dalle unità operative che partecipano al
progetto, andranno tarati
attraverso una applicazione
sistematica e un
sistema di valutazione. Anche i
percorsi procedurali sono già delineati (controllo commercio, controllo
cantieri forestali e di manutenzione del verde). Alcune soluzioni tecniche per
le macchine, inoltre, sono in corso di definizione per ovviare ad alcune
criticità di applicazione.
Per quanto riguarda gli
strumenti di analisi degli andamenti infortunistici e delle attività di
prevenzione presenti nei flussi informativi, il lavoro è avviato, sia per
l’analisi dei trend infortunistici, sia per l’analisi dei dati ex art. 40.
Per quanto riguarda le
attività di prevenzione degli aspetti legati alla salute alcuni strumenti e
procedure sono già disponibili, oppure è già disponibile una base indicativa
procedurale, si veda per questo a quanto prodotto nel PNP muscolo-scheletrico e
al Portale Agenti Fisici (PAF), nonché al Piano di Azione Nazionale per l’uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari di cui al Decreto interministeriale 22
gennaio 2014.
A partire dalle attività
sopra citate e attualmente in essere, gli interventi proposti sono
genericamente finalizzati a un’azione mirata di prevenzione omogenea su tutto
il territorio nazionale da attuarsi attraverso una raccolta sistematica di
informazioni da finalizzare allo sviluppo di supporti informativi e formativi e
all’attuazione di specifici percorsi di formazione.
Le criticità per la
realizzazione del progetto risiedono principalmente nel coinvolgimento delle
aziende a collaborare all’iniziativa e nella eventuale necessità di combinare
le diverse Normative di Prodotto con la Normativa sociale di riferimento.
1.9. AREE TERRITORIALI INTERESSATE E
TRASFERIBILITÀ DEGLI INTERVENTI
Tutti gli interventi sono
da considerare trasferibili in tutte le regioni, sulla base dei prossimi piani
regionali di prevenzione e delle caratteristiche territoriali. Le aree
direttamente coinvolte nel progetto rappresentano l’Italia del Nord (Lombardia,
Provincia Autonoma di Trento), del Centro (Lazio e Marche) e del Sud (Puglia)
sono state individuate a partire dalla loro rappresentatività nel Gruppo Nazionale
Agricoltura (Lombardia sede del coordinamento) e nei relativi Sottogruppi,
nonché da esperienze pilota e/o da particolari vocazioni territoriali.
1.10. AMBITO ISTITUZIONALE E PROGRAMMATORIO DI
RIFERIMENTO PER L’ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PROPOSTI (ANCHE IN RIFERIMENTO A
PIANI E PROGRAMMI REGIONALI)
Nel quadro del Piano
Nazionale Prevenzione (PNP) 2014-2018 è stato predisposto dal Gruppo di Lavoro
del coordinamento tecnico interregionale, TSSL, e approvato dal coordinamento
delle regioni e province autonome, il PNPAS 2014-2018, prolungato al 2019 in
analogia con il PNP. Il progetto prevede una stretta collaborazione tra Regioni
e INAIL , che a sua volta ha definito un piano di lavoro triennale coerente con
gli indirizzi del Piano.
Bibliografia
• Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e
Selvicoltura 2014-2018.
• Salute e sicurezza in agricoltura. Un bene da coltivare.
S. Michele all’Adige, Fond. Mach, 22-23 Novembre 2018.
• Manuale per un lavoro sicuro in Agricoltura. Regione
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• La sicurezza delle macchine agricole o forestali:
attività di sorveglianza del mercato, evoluzione della normativa tecnica e
novità legislative (ISPESL – UNACOMA) Bologna, 3 novembre 2008 Fiera EIMA.
• Fizzano MR, Incocciati E, Bucci G. Infortuni e malattie
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• Salvati A, Bucci G, Romualdi R, Bucciarelli A. Gli
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• Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei
prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e
91/414/CEE. https://eur-
lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:32009R1107.
• Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e
all’uso dei biocidi Testo rilevante ai fini del SEE.
https://eur-lex.europa.eu/legal- content/it/TXT/?uri=CELEX:32012R0528
• Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n. 75. Riordino e
revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo
13 della legge 7 luglio 2009, n. 88. (10G0096) (GU Serie Generale n.121 del
26-05-2010 - Suppl. Ordinario n. 106).
• Fabrizi G, Barrese E, Scarpelli M, Gherardi M.
Prevenzione e protezione dei lavoratori nell’utilizzo dei pesticidi in
agricoltura. Gli infortuni e le malattie professionali in agricoltura: salute e
sicurezza sul lavoro a 100 anni dall’introduzione della tutela assicurativa. Quaderni
della rivista degli infortuni e delle malattie professionali. Ed INAIL 2017.
Direttiva 2009/128/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un
quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi
(Testo rilevante ai fini del SEE). https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/it/TXT/?uri=CELEX:32009L0128.
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